Nonostante l’economia malandante e i minori investimenti in Ricerca e Sviluppo rispetto rispetto alla media europea, l’Italia se la cava comunque relativamente bene in alcuni settori chiave, con variazioni però significative in base alla regione.
Ricerca e sviluppo
Dal 2000 l’Unione Europea si è posta come obiettivo strategico di investire, entro il 2020, il 3% del PIL in ricerca e sviluppo. Fino ad ora, solo Danimarca, Svezia e Austria sono riuscite a raggiungere questa soglia. Secondo I’STAT, L’Italia si trova comunque al di sotto della media UE per quanto riguarda gli investimenti in R&S.
Disegni industriali
Ciò nonostante, il nostro paese si trova ai primi posti in alcune aree importanti per l’economia. Una di queste riguarda i disegni industriali, cioè le innovazioni non tecnologiche delle imprese. Secondo un recente rapporto ISTAT l’Italia è sorpassata solo dalla Germania, detenendo il 15,9% del totale dei disegni registrati nel 2016.
Robotica
Forse qualcuno resterà sorpreso nello scoprire che l’Italia è all’avanguardia anche nel settore della robotica, essendo terza nell’UE per uso di robot industriali o di servizio all’interno delle imprese con più di 250 dipendenti.
È l’intera industria ad alta tecnologia ad essere in forte crescita, grazie soprattutto al Piano nazionale di incentivi impresa 4.0.
Produzione artistica
L’Italia conferma il proprio primato anche nella creazione di conoscenza relativa al mondo artistico (fotografie, musica, pitture, etc.). Secondo le statistiche, la pratica di attività creative è molto diffusa tra la popolazione, con il 62% della popolazione tra i 25 e i 64 anni a dedicarsi a una o più arti. Se hai intenzione di dedicarti a una piccola attività artigianale, il nostro comparatore di prestiti ti potrebbe aiutare a realizzare il tuo sogno.
Il nostro paese perciò domina per quanto riguarda la produzione di prodotti artigianali e artistici, superando la media dell’Unione. L’Italia come paese culturale è visibile non solo nei musei e centri culturali, ma anche all’interno delle nostre case.
Discorso diverso per quanto riguarda le produzioni creative di natura digitale, molto al di sotto della media UE.
L’intera categoria di prodotti culturali, sia artigianali che professionali, contribuisce a ben 16,6% dell’intero PIL Italiano.
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