In Italia ci sono poco più di 24 milioni di occupati. Nel secondo trimestre del 2019 il tasso di disoccupazione è calato al 9,9% , seguendo il trend degli anni precedenti, anche se il miglioramento si attesta in particolare nella categoria di lavoratori più anziani. Anche la disoccupazione giovanile è scesa, ma risulta comunque una delle più alte in Europa con il 30,5%.
Primi ingressi nel mondo del lavoro: dove lavorano i giovani?
Secondo i dati ISTAT (Mercato del Lavoro) sempre meno giovani iniziano la propria carierà lavorativa nei settori dell’agricoltura, dell’industria, delle costruzioni, e del commercio. Caso a parte per quanto riguarda il settore degli alloggi e della ristorazione, in cui la percentuale di primi ingressi è cresciuta di quasi 7 punti tra il 2015 e il 2017: il 25,2% dei giovani ha iniziato la propria carierà lavorativa in questo settore nel 2017.
L’ISTAT non specifica i motivi di questo andamento, ma potrebbe essere attribuito a una minore propensità dei giovani a voler fare lavori manuali, e a un maggior bisogno del settore della ristorazione di personale in grado di comunicare in una o più lingue straniere.
Il secondo settore per livelli di ingressi è quello del trasporto e dei servizi (21,5%), seguito dal commercio (13,5), e dall’industria (12,6%).
Primi ingressi per livelli di competenza
Il 24,2% dei primi ingressi nel 2017 hanno richiesto un livello di competenza basso. La maggior parte dei primi ingressi richiede un livello di competenza almeno medio (58,3%). Solo il 10% ha richiesto un livello di competenza medio alto o alto, ma è comunque importante notare che sono richiesti livelli di competenza elevati per i lavori specializzati, soprattutto nel mondo dei servizi.
Le lauree più retribuite
Non è consigliato scegliere di conseguire una laurea solo in base alle sue potenzialità economiche, ma è comunque una buona idea tenere questo fattore in considerazione prima di iniziare gli studi.
Secondo il Rapporto 2018 sulla Condizione occupazionale effettuato da AlmaLaurea, a un anno dalla laurea ha trovato lavoro il 71,1% dei laureati di primo livello (triennio), e il 73,9% dei laureati magistrali. A 5 anni dalla laurea il livello occupazionale sale a più del 87% sia per le lauree triennali che per la laurea magistrale. In entrambi i casi si tratta di dati in miglioramento rispetto agli anni precedenti, dimostrando che studiare alla fine paga.
Le lauree più remunerative si confermano quelle dei gruppi medici, ingegneria, scientifico ed economico-statistico, con retribuzioni significativamente superiori rispetto alle altre lauree.
Si conferma anche la disparità territoriale della retribuzione, con retribuzioni nettamente più elevate per i laureati del nord. Conta sulla retribuzione anche l’esperienza e le attività extracurricolari, tra cui esperienze lavorative anche sconnesse agli studi e periodi di studio all’estero.
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